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L’aggettivo «sabatale»: un neologismo incipiente nel linguaggio burocratico-amministrativo?

  • Zitiervorschlag: Giovanni Bruno, L’aggettivo «sabatale»: un neologismo incipiente nel linguaggio burocratico-amministrativo?, LeGes 30 (2019) 3

  • [1]

    Come risaputo, la polisemia delle parole compensa in parte la disproporzione tra il numero limitato di elementi lessicali di una lingua e la quantità illimitata di situazioni della realtà. Tale ricchezza non è esente da rischi, poiché in alcuni casi la polisemia può determinare un’opposizione diametrale di due (o più) significati di una stessa parola e sfociare addirittura nell’enantiosemia. Si pensi agli avverbi «affatto», «assolutamente» (usato senza specificazione positiva o negativa) od «ovvero», ma anche al classico «ospite». In questa tassonomia dell’anfibolia rientra anche la parola «feriale».

    [2]

    Il concetto di «feriale», si sa, non è univoco. Come confermano i vocabolari correnti, può indicare il giorno lavorativo, non festivo, oppure all’opposto proprio il giorno di festa, di vacanza, di ferie. A questa ambiguità se ne affianca un’altra: considerando l’accezione di «giorno lavorativo», nell’uso concreto «feriale» indica a volte i giorni dal lunedì al venerdì, mentre altre include anche il sabato. Ad esempio, i «giorni feriali» d’apertura di un ufficio (pubblico o privato) si riferiscono normalmente ai giorni dal lunedì al venerdì, e l’utente si regola in questo senso. Ma, facendo un altro esempio, il cartello che dice che il parcheggio va pagato nei «giorni feriali» intende, oltre ai giorni dal lunedì al venerdì, sicuramente anche il sabato, e l’utente che interpreta «feriale» diversamente, ossia come «dal lunedì al venerdì», rischia la multa.

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    Per ovviare alla seconda ambiguità (il sabato è «feriale»?) i servizi dei trasporti pubblici di una grande città dell’Italia settentrionale hanno voluto essere espliciti al riguardo. Gli orari di partenza dal capolinea della linea di autobus 20 sono diversificati secondo i giorni della settimana. Nel cartello informativo apposto alle fermate interessate questa diversificazione è espressa nel modo seguente:

    Linea attiva in tutte le giornate feriali
    da Piazza Vittorio Veneto, prima partenza ore 08:25 / ultima partenza ore 19:50

    Linea attiva in tutte le giornate sabatali
    da Piazza Vittorio Veneto, prima partenza ore 08:38 / ultima partenza ore 19:50

    Linea attiva in tutte le giornate festive
    da Piazza Vittorio Veneto, prima partenza ore 08:34 / ultima partenza ore 19:57

    [4]

    Si noti che il cartello reca in alto, a lettere maiuscole in rosso e in grassetto, la parola «ATTENZIONE», che mette in guardia l’utente quanto alle differenze (in realtà minime e che non escludono nessun giorno dell’anno) tra gli orari indicati per le diverse giornate; la scritta rimanente è nera. Considerato che il sabato (seconda dicitura) è trattato separatamente dagli altri giorni, per l’utente resta chiaro che le «giornate feriali» (prima dicitura) sono quelle che vanno dal lunedì al venerdì, mentre le «giornate festive» (terza dicitura) indicano la domenica e gli altri giorni festivi.

    [5]

    Visto il risultato tutto sommato positivo in termini di chiarezza e comprensibilità, requisiti costantemente auspicati nel buon linguaggio burocratico-amministrativo, lo sforzo redazionale-concettuale profuso dall’ufficio scrivente è senz’altro apprezzabile. Il parallelismo, anche grafico-visivo, fra le tre scritte aiuta il lettore a cogliere praticamente a prima vista le differenze.

    [6]

    La parola «sabatale», usata nella seconda dicitura, non è attestata dai vocabolari (in questa accezione è riportato «sabatino»), ma in rete la si trova usata, benché non frequentissima, in taluni contesti burocratico-amministrativi o associativi. Sono eventi «sabatali» quelli che si svolgono (soltanto) il sabato o che si riferiscono al (solo) sabato: «pranzo sabatale», «calcetto sabatale», «prestito sabatale» (in ambito bibliotecario, accanto a «orario sabatale»).

    [7]

    La formazione dell’aggettivo «sabatale» (forse neologismo incipiente) è chiaramente influenzata, per analogia, dall’aggettivo comunissimo «domenicale», che indica per l’appunto qualcosa che avviene di domenica. La necessità, e la comodità, di avere a disposizione un aggettivo che segnali univocamente un giorno particolare, per contrasto agli altri giorni della settimana, è naturalmente maggiore proprio nel caso della domenica, con tutte le sue connotazioni festive e legate al tempo libero, ma, seppure in misura certamente minore, può avere la sua importanza anche riguardo al sabato. E quindi «sabatale» (magari accanto al citato «sabatino») potrebbe avere piena cittadinanza negli usi indicati, con un potenziale espansivo in altri contesti. Parrebbero peraltro escluse, perché morfologicamente improbabili e non necessarie, formazioni analoghe costruite sui nomi dei rimanenti giorni della settimana.

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    Ci si deve tuttavia chiedere se sia opportuno usare l’aggettivo «sabatale» riferendolo a «giornata». Quest’uso risulta problematico in quanto una «giornata sabatale» non può che essere il sabato e quindi viene a crearsi una certa ridondanza (diverso il caso di «feriale», che può comprendere cinque o anche sei giorni della settimana, e «festivo», che può comprenderne molti di più sull’arco dell’anno). Introdurre un sinonimo di «sabato», e farlo con la costruzione «giornata sabatale», non risponde certo a un’esigenza di maggiore chiarezza auspicata dai parlanti, o dagli utenti dei trasporti pubblici. Del resto, proprio per il motivo esposto, non è nemmeno in uso un sintagma – che sarebbe altrettanto assurdo – come «giornata domenicale» (se non nella formula burocratico-amministrativa cristallizzata «giornate domenicali e festive»).

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    L’istituzione propensa, per motivi di chiarezza e comprensibilità, a introdurre un nuovo termine nel proprio linguaggio ne è sicuramente legittimata ma dovrebbe farne un uso oculato, evitando di suscitare perplessità proprio in quel cittadino nei confronti del quale, con lodevole intento, vuole esprimersi in modo adeguato.


    Giovanni Bruno, Cancelleria federale, Servizi linguistici centrali, Divisione italiana, Bellinzona, e-mail: giovanni.bruno@bk.admin.ch.

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