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I preamboli sono testi introduttivi all’articolato di una costituzione o di un trattato destinati a riassumerne lo spirito e definire il contesto in cui hanno visto la luce. Sono partizioni testuali generalmente considerate non vincolanti dai giuristi, benché vi siano alcuni casi (tra cui quello della Costituzione federale) in cui le opinioni giuridiche in merito al grado di cogenza sono divergenti, e vi siano alcuni trattati internazionali in cui le disposizioni del preambolo concorrono alla definizione e all’interpretazione dell’oggetto da normare. È inoltre utile, in questa sede, ricordare la differenza che intercorre tra i preamboli e i cosiddetti «ingressi» presenti in atti normativi, leggi e ordinanze del diritto federale – ma non solo –, i quali indicano l’autorità che decreta o ordina, i fondamenti giuridici e i materiali legislativi che fungono da base per il testo.
Trovandosi in apertura del testo normativo, in quel luogo testuale che per tradizione ha un importante peso retorico (Mortara Garavelli 2018, 88–94) e che si pone in contatto più diretto con il mondo esterno al testo (Mantovani 2019), i preamboli accolgono una serie di fenomeni linguistici che li contraddistinguono rispetto all’articolato, caratterizzato da una maggiore rigidità formale e regolato da precisi criteri redazionali (per cui cfr. Egger 2019). Per la loro posizione e le loro caratteristiche linguistiche, vengono quindi a formare un genere testuale a sé stante. In particolare, come riassumeremo in seguito basandoci su analisi già svolte in altre sedi (Pecorari 2022; Evangelista 2022 e 2022a), i preamboli sono caratterizzati da una macrostruttura illocutiva incardinata sulla figura retorica dell’anafora; inoltre, nei loro periodi e sintagmi è condensata una moltitudine di configurazioni retoriche. Insieme, la posizione incipitaria, la macrostruttura e la componente retorica a livello di periodo e sintagma si addizionano per formare una sezione testuale la quale stilisticamente può sembrare più simile a un componimento letterario piuttosto che a un testo di legge.
Considerata la particolare veste linguistica dei testi in esame, la presente ricerca si pone l’obiettivo di analizzare le traduzioni dei preamboli della Costituzione federale, delle Costituzioni cantonali svizzere, e di una selezione di trattati internazionali, al fine di osservare come i passaggi maggiormente retorici contenuti al loro interno sono resi nelle differenti versioni linguistiche. La scelta di comprendere nel medesimo corpus di analisi i preamboli svizzeri e quelli internazionali per permetterne un paragone ravvicinato è dettata da un’importante considerazione che emerge dalla letteratura sul preambolo della Costituzione federale (cfr., in particolare, il Messaggio 1996, 114): la struttura del preambolo della Costituzione federale ‒ del tutto analoga a quella dei preamboli delle Costituzioni cantonali ‒ è modellata secondo la forma introduttiva tipica dei trattati di diritto internazionale. In effetti, come vedremo nel seguito del contributo, le tre tipologie di preambolo hanno caratteristiche linguistiche molto simili e si assomigliano anche sul piano macrostrutturale, sino a potersi considerare appartenenti allo stesso genere testuale, benché si inseriscano, naturalmente, all’interno di ordinamenti giuridici diversi.
Più precisamente, per l’analisi qui presentata abbiamo scelto di concentrarsi sugli approcci che guidano la traduzione in queste sedi, per capire in che modo la forte componente retorica del preambolo influisca di fatto sulle pratiche traduttive, sia sul piano macrotestuale che su quello microtestuale. Per quanto riguarda la metodologia, sono stati osservati dapprima i testi in italiano al fine di individuarne le caratteristiche; in seguito, i testi sono stati paragonati ai paralleli in inglese, tedesco e francese. Quella svolta è quindi in primo luogo un’analisi contrastiva incentrata sulla componente retorica, la quale influenza lo stile e il livello diafasico del testo1. Avremo modo di constatare, infatti, che all’interno del corpus che abbiamo considerato vi sono certamente passaggi tradotti mantenendo il livello diafasico del testo originale (cap. 3); ma vi sono anche molti casi in cui la componente retorica viene depotenziata (cap. 4), oppure ancora casi in cui viene accentuata (cap. 5). Il fatto che nelle partizioni in esame si attestino diversi approcci traduttivi invece dell’approccio canonico che mantiene invariato il contenuto semantico e il registro del testo normativo (pur adattandolo alla struttura della lingua d’arrivo) fa emergere una maggiore libertà nelle pratiche traduttive dei preamboli. Questo approccio dipende anche dalla loro intrinseca componente retorica.
Il corpus utilizzato per l’analisi e il reperimento degli esempi è suddiviso in due parti: si compone dell’insieme dei preamboli svizzeri (quello della Costituzione federale e 23 preamboli delle Costituzioni cantonali2) nelle loro versioni trilingui3 e di 24 preamboli di trattati internazionali4 nell’originale francese o inglese e con le relative traduzioni in italiano presenti sulla piattaforma di pubblicazione del diritto federale Fedlex5. L’idea di considerare anche i preamboli internazionali è giustificata, oltre che dalle indicazioni figuranti nel Messaggio sulla Costituzione federale (v. sopra), anche dall’intenzione di ampliare il bacino di analisi rispetto ai soli 24 preamboli svizzeri e poter dunque contare su un repertorio di esempi traduttivi più ampio e bilanciato. La selezione dei preamboli internazionali è stata compiuta secondo un criterio di importanza nella gerarchia del diritto dei trattati (è il caso, per esempio, della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, o della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali) e a seconda della funzione del testo in cui si trovavano, preferendo i testi con la funzione costitutiva di porre in essere un ente o un organo internazionale (p. es. lo Statuto delle Nazioni Unite, oppure lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale), e indicarne «le direttrici di sviluppo», al fine di permettere un più stretto confronto con le soluzioni traduttive dei preamboli delle Costituzioni svizzere, che, naturalmente, pure evidenziano il «carattere fondatore» proprio del testo costituzionale (Messaggio 1996). Quanto all’arco temporale su cui si estende il corpus, le date di entrata in vigore dei preamboli cantonali vanno dal 1872, anno in cui entrò in vigore la Costituzione del Cantone di Appenzello Interno, al 2012, quando è entrata in vigore la Costituzione del Cantone di Ginevra. La maggior parte dei Cantoni svizzeri ha però riveduto le proprie Costituzioni nell’ultimo ventennio del XX secolo e nei primi anni 2000, e in effetti i preamboli cantonali contengono al loro interno svariate somiglianze a livello di contenuto e di stile. Per quanto riguarda i trattatati internazionali, invece, le date di entrata in vigore vanno dal 1920 (Costituzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la prima organizzazione internazionale a essere costituita), per passare poi al 1945, data di entrata in vigore dello Statuto delle Nazioni Unite, seguito, nel 1946, dalla Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. In generale, però, la maggior parte dei trattati internazionali contenuti nel corpus data a partire dalla fine del 1900. Solo pochi testi internazionali selezionati risalgono al secondo millennio e si tratta per lo più di alcuni trattati di diritto internazionale dell’ambiente (Accordo di Parigi e Protocollo di Kyoto, ad eccezione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che è invece entrata in vigore nel 1994).
Prima di addentrarsi nell’analisi contrastiva, è utile osservare da vicino le somiglianze che uniscono i preamboli internazionali, quello federale e quelli cantonali. Esse, infatti, sono visibili già dalla loro macrostruttura. Consideriamo, per esempio, la struttura del preambolo della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche (1), del preambolo della Costituzione federale (2) e di un preambolo cantonale (3):
(1) Gli Stati Parte alla presente Convenzione,
memori che fino dall’antichità i popoli di ogni paese riconoscono lo stato degli agenti diplomatici;
coscienti degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite concernenti l’uguaglianza sovrana degli Stati, la conservazione della pace e della sicurezza internazionale e lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra le nazioni;
persuasi che una convenzione internazionale su le relazioni, i privilegi e le immunità diplomatiche contribuirebbe a favorire le relazioni amichevoli tra i paesi, quale che sia la diversità dei loro ordinamenti costituzionali e sociali;
convinti che questi privilegi e immunità non tendono ad avvantaggiare persone singole, ma ad assicurare l’adempimento efficace delle funzioni delle missioni diplomatiche in quanto rappresentano gli Stati;
affermato che le regole del diritto internazionale consuetudinario devono rimanere applicabili alle questioni che non sono regolate espressamente nelle disposizioni della presente Convenzione,
hanno convenuto quanto segue:
(Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche)
(2) Preambolo
In nome di Dio Onnipotente,
Il Popolo svizzero e i Cantoni,
Consci della loro responsabilità di fronte al creato,
Risoluti a rinnovare l’alleanza confederale e a consolidarne la coesione interna, al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l’indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e di apertura al mondo,
Determinati a vivere la loro molteplicità nell’unità, nella considerazione e nel rispetto reciproci,
Coscienti delle acquisizioni comuni nonché delle loro responsabilità verso le generazioni future,
Consci che libero è soltanto chi usa della sua libertà e che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri,
si sono dati la presente Costituzione:
(Costituzione federale)
(3) Noi, Popolo del Cantone di Friburgo,
credenti in Dio o attingendo ad altre fonti i nostri valori,
consci della nostra responsabilità verso le generazioni future,
animati dal desiderio di vivere la nostra multiculturalità nella comprensione reciproca,
risoluti a costruire una società aperta, prospera e solidale, garante dei diritti fondamentali e rispettosa dell’ambiente,
ci siamo dati la presente Costituzione.
(Costituzione del Cantone di Friburgo)
Al livello macrotestuale, la somiglianza è evidente. Possiamo osservare un modello retorico che si apre con la menzione del soggetto normante (gli Stati Parte alla presente Convenzione, il Popolo svizzero e i Cantoni, Noi, Popolo del Cantone di Friburgo). Viene poi dato il La alla cosiddetta narratio, una partizione introduttiva di stampo valoriale. Quest’ultima si dispiega in una serie di sintagmi, in questo caso aggettivali (al riguardo, cfr. anche l’analisi di Pecorari 2022), cadenzati retoricamente dalla figura dell’anafora, allestita tramite l’ellissi del soggetto e la ripetizione del medesimo elemento sintattico (memori, coscienti, persuasi, oppure ancora, nella Costituzione federale, consci, risoluti, determinati, o in quella cantonale, credenti, consci, animati…). Ogni sintagma è separato dal successivo tramite una virgola o da un punto e virgola. La ripetizione anaforica, unita all’assetto sintattico, crea un incedere di parallelismi oratoriamente sostenuti (Mortara Garavelli 2018, 293). Il tutto si conclude con il verbo hanno convenuto, si sono dati, ci siamo dati, che conclude la narratio.
Questa esemplificata è la struttura più comune tra i preamboli svizzeri6: se con Pecorari (2022) pensiamo al testo del preambolo della Costituzione federale come a un unico enunciato a cui corrisponde un unico macroatto illocutivo, possiamo affermare che sul piano sintattico-testuale la struttura che suddivide questo macroatto in unità informative7 è nel complesso sintatticamente ornata. Nei preamboli internazionali repertoriati nel corpus, invece, troviamo la stessa cadenza e la stessa frammentazione in sintagmi, ma con una maggiore variatio. Abbiamo strutture del tutto simili a quella esemplificata in (1), ma prevalgono i casi che alternano sintagmi aggettivali e verbali, questi ultimi aperti per esempio da un gerundio o da un infinito. A seconda della lunghezza e della complessità dei sintagmi che formano il preambolo internazionale, questi ultimi sono chiusi da una virgola (sintagmi brevi), o da un punto e virgola o un punto (medio-brevi o lunghi).
Oltre alla macrostruttura retorica incardinata sull’anafora e suddivisa in sintagmi aperti quasi sempre dallo stesso elemento sintattico o da elementi sintattici simili e alternati, il preambolo condensa al suo interno una serie di altre figure retoriche che concorrono alla messa in rilievo del suo contenuto semantico. I preamboli compresi nel corpus, in particolare, contengono varie configurazioni ricorrenti: alcune antitesi, qualche metafora, i parallelismi in serie. Nella Costituzione federale, già vista in (2), sono per esempio riscontrabili l’antitesi quasi ossimorica creata dal conflitto concettuale nell’espressione molteplicità nell’unità come pure l’antitesi nella proposizione la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri. C’è poi l’enumerazione in asindeto, con la variante strutturale della sìndesi (realizzata tramite il collegamento attraverso la congiunzione coordinante «e»), la libertà e la democrazia, l’indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e di apertura al mondo; infine, notiamo l’anastrofe libero è chi usa della sua libertà, che sconvolge l’ordine normale dei costituenti all’interno dell’aforisma.
Per i trattati internazionali, invece, il panorama è più vario, ma possiamo comunque menzionare alcuni fenomeni ricorrenti. In generale, troviamo spesso le enumerazioni: pensiamo alla Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, contenente già nel titolo un’enumerazione aggettivale che non lascia spazio ad equivoci e preannuncia il registro del preambolo; o alla Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, che ospita al suo interno molte configurazioni. Eccone un estratto:
(4) Gli Stati Parti della presente Convenzione,
[…]
Considerando che la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo proclama che tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali per dignità e diritti e che ciascuno può valersi di tutti i diritti e di tutte le libertà che vi sono enunciate, senza alcuna distinzione di razza, colore od origine nazionale,
Considerando che tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge ed hanno diritto ad una uguale protezione legale contro ogni discriminazione ed ogni incitamento alla discriminazione,
[…]
Convinti che qualsiasi dottrina di superiorità fondata sulla distinzione tra le razze è falsa scientificamente, condannabile moralmente ed ingiusta e pericolosa socialmente, e che nulla potrebbe giustificare la discriminazione razziale, né in teoria né in pratica,
(Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale)
Tra i fenomeni degni di nota troviamo per esempio il parallelismo liberi e uguali per dignità e diritti; subito dopo, la ripetizione ciascuno può valersi di tutti i diritti e di tutte le libertà, che ribadisce con forza i concetti (sulla stessa scia il passaggio: Considerando che tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge ed hanno diritto ad una uguale protezione legale contro ogni discriminazione ed ogni incitamento alla discriminazione; poi, l’enumerazione, senza alcuna distinzione di razza, colore od origine nazionale); infine, l’enumerazione di nomi del predicato costruita per parallelismi: qualsiasi dottrina di superiorità fondata sulla distinzione tra le razze è falsa scientificamente, condannabile moralmente ed ingiusta e pericolosa socialmente. L’analisi delle traduzioni degli altri testi del corpus metterà in luce anche la presenza nei preamboli di metafore creative e figure più sofisticate, come ad esempio il chiasmo. Si tratta di configurazioni infrequenti nei testi di legge, che vengono utilizzate intenzionalmente per conferire importanza al dettato normativo.
Dopo aver visto la componente retorica dei preamboli nella versione italiana, veniamo al confronto interlinguistico. Considereremo dapprima il caso in cui le soluzioni traduttive dei fenomeni retorici mantengono il registro e il contenuto semantico del testo originale; nelle sezioni successive ci occuperemo invece del caso in cui i tratti retorici dell’originale vengono appianati (cap. 4) e di quello in cui vengono accentuati (cap. 5).
A essere quasi sempre mantenuta tale e quale nelle differenti versioni linguistiche è la macrostruttura retorica. Riferendoci, per esempio, al testo della Convenzione già visto in (1), notiamo che l’italiano riprende fedelmente il solenne incedere anaforico che si trova nei testi originali. Nell’originale inglese di (1), qui di seguito in (5), a occupare ogni riga troviamo una serie di sintagmi verbali aperti sempre dalla forma al gerundio: recalling, having in mind, believing ecc. Si tratta, nell’inglese, della tradizionale veste linguistica di un preambolo internazionale, che servendosi dell’anafora apre ogni riga tramite la –ing form, resa in italiano e in francese con una serie di participi8:
(5) The States Parties to the present Convention,
Recalling that peoples of all nations from ancient times have recognized the status of diplomatic agents,
Having in mind the purposes and principles of the Charter of the United Nations concerning the sovereign equality of States, the maintenance of international peace and security, and the promotion of friendly relations among nations,
Believing that an international convention on diplomatic intercourse, privileges and immunities would contribute to the development of friendly relations among nations, irrespective of their differing constitutional and social systems,
Realizing that the purpose of such privileges and immunities is not to benefit individuals but to ensure the efficient performance of the functions of diplomatic missions as representing States,
Affirming that the rules of customary international law should continue to govern questions not expressly regulated by the provisions of the present Convention,
Have agreed as follows:
(Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche)
(6) Les États Parties à la présente Convention,
rappelant que, depuis une époque reculée, les peuples de tous les pays reconnaissent le statut des agents diplomatiques,
conscients des buts et des principes de la Charte des Nations Unies concernant l’égalité souveraine des États, le maintien de la paix et de la sécurité internationales et de développement de relations amicales entre les nations,
persuadés qu’une convention internationale sur les relations, privilèges et immunités diplomatiques contribuerait à favoriser les relations d’amitié entre les pays, quelle que soit la diversité de leurs régimes constitutionnels et sociaux,
convaincus que le but desdits privilèges et immunités est non pas d’avantager des individus mais d’assurer l’accomplissement efficace des fonctions des missions diplomatiques en tant que représentant des États,
affirmant que les règles du droit international coutumier doivent continuer à régir les questions qui n’ont pas été expressément réglées dans les dispositions de la présente Convention,
sont convenus de ce qui suit:
(Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche)
Un ulteriore caso in cui la componente retorica dell’originale rimane invariata nella traduzione riguarda spesso, oltre alla macrostruttura, quella parte di figuralità che va a intersecarsi con il piano sintattico. Riferendoci, ad esempio, al preambolo della Costituzione federale, in italiano già incontrato in (2) e qui riproposto parzialmente in (9), notiamo che l’enumerazione in asindeto viene riprodotta fedelmente nelle strutture delle diverse versioni linguistiche9:
(7) Das Schweizervolk und die Kantone,
[…]
im Bestreben, den Bund zu erneuern, um Freiheit und Demokratie, Unabhängigkeit und Frieden in Solidarität und Offenheit gegenüber der Welt zu stärken,
(8) Le peuple et les cantons suisses,
[…]
résolus à renouveler leur alliance pour renforcer la liberté, la démocratie, l’indépendance et la paix dans un esprit de solidarité et d’ouverture au monde,
(9) Il Popolo svizzero e i Cantoni,
[…]
Risoluti a rinnovare l’alleanza confederale e a consolidarne la coesione interna 10, al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l’indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e di apertura al mondo,
(Costituzione federale)
La macrostruttura retorica e la figuralità a livello di sintassi sono le due categorie in cui osserviamo più frequentemente somiglianze tra le diverse versioni linguistiche all’interno del nostro corpus. Ma naturalmente, non tutti i casi di fedeltà all’originale riguardano unicamente la componente retorica a livello macrotestuale e sintattico. Vi sono infatti esempi traduttivi che permettono di fruire appieno della retorica del testo di partenza non solo perché mantengono fedelmente la macrostruttura del testo fonte, con la sua anafora solenne e battente. Consideriamo il caso di un preambolo cantonale. Il preambolo della Costituzione del Cantone di Vaud esemplifica bene la generale commistione di piani retorici a livello di macrostruttura e sintagma. La sua struttura è scandita dalla repetitio anaforica della forma verbale con cui si aprono i quattro sintagmi contenenti le proposizioni relative. Le diverse versioni linguistiche, inoltre, mantengono anche pressoché intatta la componente figurale presente nell’originale in francese. Proponiamo il testo di partenza in (10) e poi le traduzioni in italiano e tedesco in (11) e (12)11:
(10) Pour favoriser l’épanouissement de chacun dans une société harmonieuse
qui respecte la Création comme berceau des générations à venir,
soit ouverte au monde et s’y sente unie,
mesure sa force au soin qu’elle prend du plus faible de ses membres,
et conçoive l’État comme l’expression de sa volonté,
le peuple du Canton de Vaud se donne la Constitution suivante:
(11) Per favorire il pieno sviluppo di ognuno in una società armoniosa
che rispetti il Creato come culla delle generazioni future,
sia aperta al mondo e vi si senta unita,
commisuri la sua forza alla cura che dedica al più debole dei suoi membri,
e concepisca lo Stato come espressione della sua volontà,
il Popolo del Cantone di Vaud si è dato la presente Costituzione:
(12) Im Bestreben, die Entfaltung des Einzelnen in einer harmonischen Gesellschaft zu fördern,
welche die Schöpfung als Wiege der kommenden Generationen achtet,
für die Welt offen ist und sich mit ihr verbunden fühlt,
ihre Stärke an der Fürsorge misst, die sie ihrem schwächsten Mitglied angedeihen lässt,
und den Staat als Ausdruck ihres Willens sieht,
gibt sich das Volk des Kantons Waadt folgende Verfassung:
(Costituzione del Cantone di Vaud)
Nelle traduzioni restano intatte la similitudine con cui si considera il Creato come culla delle generazioni future (die Schöpfung als Wiege der kommenden Generationen, dal francese la Création comme berceau des générations à venir), figura creativa che, in quanto tale, viene tradotta così come si presenta nell’originale (Prandi 2015), oppure ancora la tensione antitetica che si configura nell’espressione contenente i concetti di forza (del Cantone) contrapposta alla cura che dedica al più debole dei suoi membri (i concetti vengono contrapposti anche nel tedesco, che recita: in einer harmonischen Gesellschaft […], welche […] ihre Stärke an der Fürsorge misst, die sie ihrem schwächsten Mitglied angedeihen lässt).
Malgrado nel corpus vi siano numerosissime occorrenze in cui la componente retorica viene mantenuta, è bene notare che non vi è quasi alcun preambolo in cui osserviamo una perfetta coincidenza tra l’insieme dei tratti retorici delle diverse versioni linguistiche. Per esempio, nel caso appena considerato viene leggermente appianata, in italiano, la sfumatura resa attraverso i due termini épanouissement e Entfaltung riferiti all’individuo o alla persona, che ‒ a volerne mantenerne il contenuto semantico ‒ potrebbero essere resi tramite una soluzione più connotata di quella proposta nella versione ufficiale (ovvero pieno sviluppo). Possibili alternative comprenderebbero l’utilizzo dei verbi realizzarsi o prosperare, ma è pur vero che siamo in presenza di un evidente caso di anisomorfismo semantico tra le lingue: in italiano non esiste, infatti, un equivalente altrettanto figurato come quelli in francese o in tedesco, che vanno nel senso di aprirsi, svilupparsi, sbocciare, fiorire o, magari, più orientato verso l’italiano letterario, germinare.
Citiamo, al riguardo, un caso simile e ugualmente interessante riscontrato all’interno dello Statuto delle Nazioni Unite. Nel paragone tra la versione ufficiale francese e quella tradotta in italiano troviamo, a metà e verso la conclusione del preambolo, due passaggi degni di nota (la sottolineatura è nostra):
(13) NOUS, PEUPLES DES NATIONS UNIES RÉSOLUS,
à préserver les générations futures du fléau de la guerre qui deux fois en l’espace d’une vie humaine a infligé à l’humanité d’indicibles souffrances,
à proclamer à nouveau notre foi dans les droits fondamentaux de l’homme, dans la dignité et la valeur de la personne humaine, dans l’égalité de droits des hommes et des femmes, ainsi que des nations, grandes et petites,
à créer les conditions nécessaires au maintien de la justice et du respect des obligations nées des traités et autres sources du droit international,
à favoriser le progrès social et instaurer de meilleures conditions de vie dans une liberté plus grande,
ET À CES FINS
à pratiquer la tolérance, à vivre en paix l’un avec l’autre dans un esprit de bon voisinage,
à unir nos forces pour maintenir la paix et la sécurité internationales,
à accepter des principes et instituer des méthodes garantissant qu’il ne sera pas fait usage de la force des armes, sauf dans l’intérêt commun,
à recourir aux institutions internationales pour favoriser le progrès économique et social de tous les peuples,
AVONS DÉCIDÉ D’ASSOCIER NOS EFFORTS POUR RÉALISER CES DESSEINS
en conséquence, nos gouvernements respectifs, par l’intermédiaire de leurs représentants, réunis en la ville de San Francisco, et munis de pleins pouvoirs reconnus en bonne et due forme, ont adopté la présente Charte des Nations Unies et établissent par les présentes une organisation internationale qui prendra le nom de Nations Unies.
(14) Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi
a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità,
a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grande e piccole,
a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altre fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti,
a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà,
e per tali fini
a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato,
ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale,
ad assicurare, mediante l’accettazione di principi e l’istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell’interesse comune,
ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli,
abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini.
In conseguenza, i nostri rispettivi Governi, per mezzo dei loro rappresentanti riuniti nella città di San Francisco e muniti di pieni poteri riconosciuti in buona e debita forma, hanno concordato il presente Statuto delle Nazioni Unite ed istituiscono con ciò un’organizzazione internazionale che sarà denominata le Nazioni Unite.
(Statuto delle Nazioni Unite)
Lasciando da parte la variazione nella veste grafica e concentrandoci dapprima sul francese, notiamo che il termine desseins è certamente un sinonimo di fins, ma con la differenza che appartiene al francese letterario, come attestato nel dizionario Le Robert (2022). L’italiano non ha alternative collocate alla stessa altezza sull’asse diafasico: i termini intenti, progetti, e il termine fini, impiegato e già utilizzato12, sono tutti un gradino più in basso, e meramente denotativi. Anche in questo caso non è facile trovare un perfetto equivalente. Considerata la versione inglese, che usa due termini non tecnici, un giusto mezzo sarebbe optare per il termine intenti, pure molto utilizzato nei preamboli13. Ma si pone qui la problematica di attribuire un genere testuale al preambolo: considerandone lo stile, esso fa parte del testo di legge? O, se la risposta è negativa, in che misura, in fondo, la sua veste linguistica tende allo stile letterario? Scelte lessicali come germinare o fiorire, oppure, con riguardo all’esempio in esame, una possibile formulazione di registro sostenuto quale: abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il compimento di tali disegni, rientrerebbero nella sua economia linguistica?
Il confine sfumato tra solennità giuridica e mordente letterario si apprezza anche in passaggi chiastici come il seguente contenuto all’interno della costituzione dell’UNESCO, posto in pregnante sede incipitaria e ben restituito in traduzione:
(15) The Governments of the States parties to this Constitution on behalf of their peoples declare,
that since wars begin in the minds of men, it is in the minds of men that the defences of peace must be constructed;
[…]
(16) Les Gouvernements des Etats parties à la présente Convention, au nom de leurs peuples, déclarent:
que, les guerres prenant naissance dans l’esprit des hommes, c’est dans l’esprit des hommes que doivent être élevées les défenses de la paix,
[…]
(17) I Governi degli Stati membri della presente Convenzione, in nome dei loro popoli, dichiarano:
che, poiché le guerre nascono nello spirito degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace;
[…]
(Costituzione della Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la Cultura)
Sulla scia degli interrogativi posti alla fine del capitolo precedente, è interessante notare che il nostro corpus contiene del resto un passaggio d’autore, il quale forse più di altri potrebbe situarsi al crocevia tra il testo normativo e quello letterario. Si tratta di un comma del preambolo della Costituzione federale redatto in tedesco dallo scrittore svizzero Adolf Muschg14 (Egger/Evangelista 2022). In questo passaggio, le corrispondenti traduzioni ufficiali del preambolo costituzionale in francese e italiano sacrificano inevitabilmente quella sottile patina retorica tipica dell’impronta autoriale che si estende fino alle figure di suono. Queste ultime, infatti, non sempre nel passaggio da una lingua all’altra possono essere mantenute. Riportiamo il caso in questione:
(18) Im Namen Gottes des Allmächtigen!
Das Schweizervolk und die Kantone,
[…]
gewiss, dass frei nur ist, wer seine Freiheit gebraucht, und dass die Stärke des Volkes sich misst am Wohl der Schwachen,
geben sich folgende Verfassung:
(19) Au nom de Dieu Tout-Puissant!
Le peuple et les cantons suisses,
[…]
sachant que seul est libre qui use de sa liberté et que la force de la communauté se mesure au bien-être du plus faible de ses membres,
arrêtent la Constitution que voici:
(20) In nome di Dio Onnipotente,
Il Popolo svizzero e i Cantoni,
[…]
Consci che libero è soltanto chi usa della sua libertà e che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri,
si sono dati la presente Costituzione:
(Costituzione federale)
Nel testo in tedesco notiamo l’evidente allitterazione della consonante s, che viene meno in francese e in italiano. D’altro canto, tuttavia, l’italiano inserisce l’anastrofe, sotto la probabile influenza della struttura tedesca frei nur ist, libero è soltanto, e mantiene l’antitesi tra i concetti di forza e debolezza, vero e proprio topos nel preambolo federale e delle Costituzioni cantonali, che viene citata tale e quale, in tutte e tre le lingue, anche all’interno dei preamboli cantonali (la troviamo, per esempio, nei preamboli dei Cantoni di Basilea Campagna e di Vaud).
Volgendo lo sguardo a come sono resi altri commi del preambolo della Costituzione federale, notiamo poi che non sempre figure di contenuto come l’antitesi sono restituite come tali. Osserviamo come l’antitesi stringente, quasi tendente all’ossimoro, tra Vielfalt e Einheit, molteplicità e unità, viene invece normalizzata nella versione francese:
(21) Das Schweizervolk und die Kantone,
[…]
im Bestreben, den Bund zu erneuern, um Freiheit und Demokratie, Unabhängigkeit und Frieden in Solidarität und Offenheit gegenüber der Welt zu stärken,
im Willen, in gegenseitiger Rücksichtnahme und Achtung ihre Vielfalt in der Einheit zu leben,
[…]
(22) Il Popolo svizzero e i Cantoni,
Risoluti a rinnovare l’alleanza confederale e a consolidarne la coesione interna, al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l’indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e di apertura al mondo,
Determinati a vivere la loro molteplicità nell’unità, nella considerazione e nel rispetto reciproci,
[…]
(23) Le peuple et les cantons suisses,
[…]
résolus à renouveler leur alliance
pour renforcer la liberté, la démocratie, l’indépendance et la paix
dans un esprit de solidarité et d’ouverture au monde,
déterminés à vivre ensemble leurs diversités
dans le respect de l’autre et l’équité,
[…]
(Costituzione federale)
La veste linguistica francese è denotativa. È però in parte compensata dalla disposizione grafica delle proposizioni, che si discosta visibilmente da quella delle altre due versioni e si mostra simile a una versificazione poetica, e dalla rima tronca tra diversités e équité, che instaura un legame tra i due termini.
Vi sono anche ulteriori sedi testuali in cui la componente retorica nella versione francese è leggermente meno marcata rispetto alle altre lingue. Consideriamo per esempio la Costituzione del Cantone di Uri, il cui preambolo originale in tedesco recita:
(24) Im Namen Gottes!
Das Volk von Uri,
das sich in seiner grossen Mehrheit zum christlichen Glauben bekennt, gibt sich,
in der Absicht, Freiheit und Recht auf den Grundlagen einer demokratischen Staatsordnung zu schützen, die Wohlfahrt aller zu fördern, Uri in seiner hergebrachten Selbständigkeit als Stand der Eidgenossenschaft zu stärken,
die folgende Verfassung:
(Costituzione del Cantone di Uri)
In questo caso, nel testo in italiano troviamo quasi la stessa componente retorica. Abbiamo l’invocatio Dei con l’interiezione mediante punto esclamativo15, Nel nome di Dio!, e, dopo la relativa, un sintagma aggettivale che introduce l’enumerazione elencante i valori evocati nel seguito del preambolo. Vi notiamo anche l’anastrofe atavica indipendenza, sullo stampo tedesco hergebrachten Selbständigkeit (anche in questo caso, per la creazione della figura non si esclude l’interferenza con il tedesco):
(25) Nel nome di Dio!
Il Popolo di Uri,
che nella sua grande maggioranza si professa di fede cristiana,
intenzionato a proteggere la libertà e il diritto sulle basi di un ordinamento statale democratico, ad accrescere il benessere di tutti e a rafforzare Uri nella sua atavica indipendenza in quanto Stato della Confederazione Svizzera,
si dà la presente Costituzione:
(Costituzione del Cantone di Uri)
Se cerchiamo l’anastrofe nella versione francese, tuttavia, notiamo che il testo non la contiene. Del resto, l’origine storica dell’indipendenza del Cantone non viene tradotta e quindi l’occasione per creare la figura ‒ con l’informazione implicita che essa veicola, ossia che Uri fu uno dei Cantoni originari della Confederazione ‒ viene a mancare. In assenza di questo rilievo retorico, paragonando la versione in italiano con quella in francese vediamo che in quest’ultima il passaggio viene ricondotto nell’alveo della «normalità linguistica» (Ondelli 2021, 35), perché l’elemento che prima creava un ulteriore salto di registro non è più presente, e la sua assenza orienta maggiormente il tono verso lo standard:
(26) Au nom de Dieu tout-puissant!
Le peuple d’Uri,
qui, dans sa grande majorité, fait profession de la foi chrétienne,
désirant protéger la liberté et le droit conformément aux principes d’un État démocratique, accroître le bien-être de tous et renforcer l’indépendance d’Uri en tant qu’État de la Confédération suisse,
se donne la constitution suivante:
Ulteriori normalizzazioni degne di nota riguardano le sedi testuali che ospitano una propagazione semantica creata dallo sciame metaforico delle metafore convenzionali e creative (Prandi 2023, 291). Osserviamo l’incipit dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale:
(27) The States Parties to this Statute,
Conscious that all peoples are united by common bonds, their cultures pieced together in a shared heritage, and concerned that this delicate mosaic may be shattered at any time, […]
(28) Les États Parties au présent Statut,
conscients que tous les peuples sont unis par des liens étroits et que leurs cultures forment un patrimoine commun, et soucieux du fait que cette mosaïque délicate puisse être brisée à tout moment, […]
(29) Gli Stati Parti del presente Statuto,
consapevoli che tutti i popoli sono uniti da stretti vincoli e che le loro culture formano un patrimonio da tutti condiviso, un delicato mosaico che rischia in ogni momento di essere distrutto;
(Statuto di Roma della Corte penale internazionale)
Notiamo che nell’originale inglese la metafora creativa del mosaico è inserita nel suo sciame semantico (per cui, coerentemente, le culture sono pieced together in un patrimonio condiviso, come se fossero delle tessere che vanno a formare un delicato mosaico). Lo sciame si perde nelle altre due versioni linguistiche, in cui ritroviamo solo la metafora principale, quella che considera il patrimonio come un mosaico.
Sulla scorta degli esempi passati in rassegna finora, abbiamo avuto modo di osservare la densità retorica del preambolo. Entro certi limiti, essa è visibilmente data per assunta e accentuata nel procedimento traduttivo. Così facendo, la traduzione giunge talvolta a soluzioni che superano l’originale inserendo fenomeni retorici che in esso non erano contenuti. Citiamo un esempio interessante che riguarda l’espressione, lessicalizzata in tedesco, ein Gemeinwesen gestalten, presente nel corpus in due varianti molto simili tra loro. Nella versione italiana, contrariamente a quanto avviene nel francese, questa associazione lessicale viene rivitalizzata retoricamente e tradotta attraverso l’espressione forgiare una collettività, che assume lo statuto di una metafora creativa. Eccone le occorrenze all’interno della Costituzione del Cantone di Berna:
(30) In der Absicht, Freiheit und Recht zu schützen und ein Gemeinwesen zu gestalten, in dem alle in Verantwortung gegenüber der Schöpfung zusammenleben,
gibt sich das Volk des Kantons Bern folgende Verfassung:
(31) Dans l’intention de protéger la liberté et le droit et d’aménager une collectivité dans laquelle tous vivent solidairement et sont conscients de leur responsabilité envers la création,
le peuple bernois se donne la Constitution suivante:
(32) Nell’intento di tutelare la libertà e il diritto, nonché di forgiare una collettività solidale in cui tutti vivano consapevoli della loro responsabilità verso il creato,
il Popolo del Cantone di Berna si è dato la presente Costituzione:
(Costituzione del Cantone di Berna)
La stessa figura è presente anche nel preambolo di Appenzello Esterno, dove si legge:
(33) Im Vertrauen auf Gott wollen wir, Frauen und Männer von Appenzell Ausserrhoden, die Schöpfung in ihrer Vielfalt achten.
Wir wollen, über Grenzen hinweg, eine freiheitliche, friedliche und gerechte
Lebensordnung mitgestalten.
Im Bewusstsein, dass das Wohl der Gemeinschaft und das Wohl der Einzelnen
untrennbar miteinander verbunden sind, geben wir uns folgende Verfassung:
(34) Confidando in Dio, noi, donne e uomini di Appenzello Esterno, vogliamo rispettare il Creato nella sua molteplicità.
Vogliamo, al di là dei confini, contribuire a forgiare un ordinamento sociale liberale, pacifico e giusto.
Consapevoli che il bene della comunità e il bene del singolo sono indissolubilmente legati, ci siamo dati la presente Costituzione:
(Costituzione del Cantone di Appenzello Esterno)
Nel nostro corpus, anche a seconda del contesto, il verbo gestalten è stato reso in italiano optando per traducenti diversi, dal più denotativo organizzare – è il caso del Canton Argovia in cui il sintagma in der Absicht […] den Kanton in seiner Einheit und Vielfalt zu gestalten corrisponde all’italiano nell’intento di […] organizzare il Cantone nella sua unità e molteplicità – , al sempre denotativo, ma forse più liberamente interpretato concretare – così recita il preambolo del Cantone di San Gallo: Im Bewusstsein unserer Verantwortung vor Gott für die menschliche Gemeinschaft und die gesamte Schöpfung wollen wir Sankt Gallerinnen und Sankt Galler / unser geschichtlich gewachsenes Staatswesen in Freiheit und Recht gestalten […], e l’estratto è reso in questo modo in italiano: Noi Sangallesi, consci della nostra responsabilità dinanzi a Dio per la comunità umana e per l’insieme del Creato, vogliamo concretare nel rispetto della libertà e del diritto l’essenza del nostro Stato quale forgiatosi storicamente. Notiamo che il verbo forgiare è qui utilizzato come traducente del verbo wachsen, nella iunctura (allitterante) geschichtlich gewachsenes, forgiatosi storicamente. Del resto, un tentativo di traduzione più fedele all’originale e meno figurata (p. es. cresciuto o formatosi storicamente) sarebbe stato ridondante, se non pleonastico.
Con riguardo agli esempi (33) e (34), anche in questi casi ci si può chiedere se la posizione dell’avverbio untrennbar nella sintassi tedesca abbia influenzato, nella traduzione italiana, la scelta dell’anastrofe indissolubilmente legati, che contribuisce a elevare il registro, mentre nel tedesco la posizione dell’aggettivo è canonica e segue la sintassi non marcata della lingua.
Infine, vale la pena menzionare un ultimo esempio in cui la componente retorica è (in minima parte) enfatizzata nel processo traduttivo. Siamo all’interno del preambolo della Costituzione dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Osserviamo il passaggio seguente:
(35) THE STATES Parties to this Constitution declare, in conformity with the Charter of the United Nations, that the following principles are basic to the happiness, harmonious relations and security of all peoples:
[…]
Informed opinion and active co-operation on the part of the public are of the utmost importance in the improvement of the health of the people.
(36) Les États parties à cette Constitution déclarent, en accord avec la Charte des Nations Unies, que les principes suivants sont à la base du bonheur des peuples, de leurs relations harmonieuses et de leur sécurité:
[…]
Une opinion publique éclairée et une coopération active de la part du public sont d’une importance capitale pour l’amélioration de la santé des populations.
(37) Gli Stati partecipanti alla presente costituzione dichiarano,
conformemente alla Carta delle Nazioni Unite, che alla base della felicità dei popoli, delle loro relazioni armoniose e della loro sicurezza, stanno i principi seguenti:
[…]
Un’opinione pubblica illuminata ed una cooperazione attiva del pubblico sono d’importanza capitale per il miglioramento della sanità dei popoli.
(Costituzione dell’Organizzazione mondiale della Sanità)
In questa sede è interessante notare che mentre l’inglese si mantiene denotativo (informed opinion), l’italiano e il francese optano per una soluzione lessicale più figurata, menzionando un’opinione pubblica illuminata, une opinion publique éclairée. In italiano, infatti, illuminato vuole certamente dire «rischiarato dalla luce della verità, della sapienza» (Treccani 2022), ma in senso figurato, o in altre parole, non nel primo senso dell’aggettivo, in quello primitivo, che vuol essere: «rischiarato, reso luminoso dalla luce naturale o artificiale» (ibid. 2022, alla prima accezione).
La nostra analisi ci ha permesso di osservare la resa traduttiva di partizioni normative particolarmente dense retoricamente quali i preamboli della Costituzione federale e delle Costituzioni cantonali. Parallelamente, ha considerato anche i preamboli di alcuni importanti trattati internazionali, sulla cui struttura si basa la tradizione scrittoria dei preamboli svizzeri. Al fine di poter permettere un paragone ravvicinato con le Costituzioni svizzere, per quanto riguarda i testi internazionali sono stati inclusi nel corpus oggetto di analisi principalmente i preamboli di Statuti o Costituzioni di organi internazionali.
Il paragone contrastivo ha innanzitutto reso possibile osservare che è molto raro trovare due versioni linguistiche dello stesso preambolo che mantengano invariata la componente retorica. L’analisi ha fatto emergere, infatti, che le soluzioni adottate per tradurre la componente retorica dei preamboli non sono quasi mai unitarie, e si possono raggruppare in tre categorie: vi sono casi in cui i tratti retorici sono resi in modo fedele all’originale (benché, come detto, quasi mai attraverso scelte identiche), casi in cui la componente retorica è depotenziata o normalizzata e casi in cui è accentuata.
Quanto ai casi in cui la componente retorica viene mantenuta simile a quella del testo originale, abbiamo rilevato alcune regolarità riguardanti la macrostruttura incardinata sulla figura dell’anafora, e riguardanti le figure che si intersecano con il piano sintattico: esse sono infatti quasi sempre restituite fedelmente nel processo traduttivo. Se vi sono libertà, sono per lo più giustificate dal fatto che anche i testi originali non adottano una strategia retorica unitaria per strutturare i sintagmi. Inoltre, il processo traduttivo la maggior parte delle volte restituisce fedelmente il contenuto semantico delle figure vive, e questa constatazione è in linea con quanto era già stato osservato sulla loro resa in virtù della loro unicità (cfr. Prandi 2015).
I casi in cui la resa traduttiva della componente retorica si discosta dall’originale appianando il registro sono in parte attribuibili all’anisomorfismo linguistico, ossia a situazioni in cui nella lingua d’arrivo non esiste un equivalente che corrisponde perfettamente al termine o all’espressione di partenza. Tra i casi in cui la traduzione è meno retorica rispetto al testo di partenza menzioniamo poi anche la normalizzazione di rarissime figure di suono e del contenuto figurato (seppur compensato talvolta dall’allestimento della mise en page) e in particolare la perdita dello sciame metaforico circostante la metafora creativa più rilevante a livello informativo.
Quando invece il processo traduttivo eleva il registro, lo fa spesso attraverso una figuralità più accentuata rispetto alla soluzione denotativa dell’originale, o talvolta anche subendo l’influenza della disposizione sintattica della lingua tedesca, che inverte aggettivo e sostantivo stimolando, nella lingua d’arrivo, la traduzione attraverso la struttura marcata dell’anastrofe.
Per concludere, la nostra analisi contrastiva ha reso possibile constatare che la componente retorica presente nel preambolo dà luogo a diversi approcci traduttivi, e che quindi, a seconda del caso specifico, il traduttore dispone di una certa libertà nella resa dei tratti retorici contenuti all’interno di questa partizione normativa. Alla luce dell’analisi svolta, il preambolo risulta essere dunque una sezione del testo normativo leggermente meno rigida sul piano traduttivo rispetto all’articolato che lo segue, specialmente nei suoi passaggi meno denotativi e più marcati retoricamente.
Dr. Daria Evangelista, ricercatrice in linguistica italiana, Università di Basilea.
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- 1 Inoltre, poiché le scelte retoriche riguardano talvolta il contenuto del testo, l’analisi qui proposta non può prescindere da alcune considerazioni sulla resa traduttiva che riguardano il piano semantico dei testi, e alcune scelte sintattiche. Tali considerazioni si avvalgono dell’ausilio della teoria sugli universali traduttivi (cfr. tra gli altri Scarpa 2008, 108–113).
- 2 Le Costituzioni dei Cantoni di Argovia, Appenzello Interno e Zugo non presentano un preambolo.
- 3 Va precisato che le versioni italiane delle Costituzioni dei Cantoni di lingua tedesca e/o francese non hanno carattere ufficiale. Lo hanno invece, in quanto versioni originali, le Costituzioni dei Cantoni Ticino e Grigioni. Peraltro, anche per questo motivo, le Costituzioni cantonali non sono pubblicate nella Raccolta ufficiale delle leggi federali, bensì nella Raccolta sistematica del diritto federale (v. art. 11 lett. b della legge del 18 giugno 2004 sulle pubblicazioni ufficiali, RS 170.512).
- 4 Il numero corrisponde a quello dei preamboli cantonali, 23, cui viene sommato il preambolo federale.
- 5 https://www.fedlex.admin.ch/it/treaty?news_period=last_year&news_pageNb=2&news_order=desc&news_itemsPerPage=50.
- 6 La struttura della narratio esemplificata in questi primi tre esempi concerne 14 preamboli federali su 23, la cui gerarchizzazione è ordinata in questo modo: sintagma nominale soggetto, una serie di sintagmi aggettivali dipendenti dal soggetto posti uno sotto l’altro e separati da una virgola (con poche eccezioni), sintagma verbale.
- 7 Utilizziamo qui la terminologia del Modello Basilese, che suddivide l’enunciato in unità informative di primo piano e di sfondo (cfr. Ferrari 2014).
- 8 Osserviamo all’esempio (6) che il francese si mantiene leggermente più libero nell’alternanza tra participi presenti e passati.
- 9 Laddove però nel francese si perde leggermente la variante strutturale della sìndesi, perché viene rimossa la prima congiunzione coordinante et.
- 10 Si noti en passant che nella versione italiana è presente un’aggiunta: «e a consolidarne la coesione interna».
- 11 È interessante osservare che la traduzione in tedesco trasforma l’anafora che scandisce la macrostruttura illocutiva in epifora, rispettando l’ordine canonico dei costituenti del tedesco, che nelle relative vuole il verbo in ultima posizione.
- 12 Si può discutere se più o meno felicemente, visto che anche la versione in inglese, lingua che di per sé non demonizza affatto la ripetizione, usa due termini diversi: ends e aims.
- 13 Nel corpus abbiamo molte occorrenze del sintagma preposizionale nell’intento di, che introduce una serie di sintagmi verbali corrispondenti alle subordinate finali. Il sintagma coincide in tutti i casi con l’equivalente tedesco in der Absicht; in francese la scelta ricade invece su un più ampio ventaglio di varianti, dalla più fedele e denotativa dans l’intention de (la troviamo p. es. all’interno della Costituzione del Cantone di Berna), alla più connotata e figurata dans le dessein de (Argovia, Soletta).
- 14 Oltre che nel preambolo della Costituzione federale, il passaggio è reperibile anche nei commentari a essa relativi, cfr. p. es. Aubert 1995, n. marg. 23: 5 e Belser 2015, n. marg. 37: 44.
- 15 Sul punto esclamativo nell’invocatio Dei dei preamboli costituzionali, in particolare quello della Costituzione federale, si veda Bruno 2022, 425–427, e Pecorari 2022, 442.